La leishmaniosi canina e la filariosi sono due gravi malattie parassitarie che hanno come caratteristica comune il fatto di essere causate da parassiti trasmessi da un insetto vettore che quindi le trasporta e le trasmette all’animale. La prima che è la leishmaniosi è indotta da un parassita che si presenta in varie specie a seconda della zona geografica ed è trasmesso dal pappatacio che è un insetto molto diffuso nell’area mediterranea.
Nelle aree mediterranee si trova la Leishmania infantum, che dà luogo a una malattia multiforme, in genere grave e difficilmente guaribile, con sintomi differenti da soggetto a soggetto. Il parassita infatti può aggredire differenti tessuti e organi, determinando una sintomatologia molto varia. Le sintomatologie possono essere dermatite, perdita di peso, lesione alle orecchie, perdita di sangue dal naso, dolori articolari e dolori renali.
La filariosi cardio-polmonare è invece causata da Dirofilaria immitis, un parassita trasmesso mediante la puntura della comune zanzara. Con la filariosi il cuore dell’animale colpito viene infestato dai parassiti adulti, che hanno la forma di lunghi vermi, subendo danni progressivi tali da poter portare fino alla morte.
Foto del pappatacio
La leishmaniosi
In Italia la leishmaniosi viene trasmessa dalla puntura del pappatacio (Phlebotomus perniciosus), un insetto molto simile a una zanzara, attivo prevalentemente dal tramonto all’alba. Il pappatacio, pungendo un cane infetto, assume il parassita che viene poi trasmesso a un cane sano con un’altra puntura.Il periodo a rischio contagio è per lo più da maggio a ottobre, ma nelle zone più calde anche tutto l’anno. In Italia sono endemiche le zone costiere del Centro-Sud e le isole.Fino agli anni ’90 il Nord Italia era considerato esente dalla leishmaniosi, mentre oggi esistono focolai nel Veneto, in Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Trentino. Quanto ai segni clinici, la malattia può averne una serie di vari e aspecifici, tuttavia i più comuni sono aumento di volume dei linfonodi, anoressia, depressione, dimagrimento, ipotrofia muscolare, lesioni cutanee (noduli, ulcere, alopecia intorno agli occhi, dermatite esfoliativa), oculari, zoppia poliuria/polidipsia (aumento della minzione e della sete).
La diagnosi e la terapia
Il veterinario valuta i sintomi e le lesioni durante la visita clinica, ma la certezza che si tratti di leishmaniosi si può avere solo a seguito di esami di laboratorio sul sangue e sull’urina, oltre a prelievi di cellule dai linfonodi, midollo osseo e milza (ago-aspirati, biopsie), da dove è possibile evidenziare il parassita.
La leishmaniosi risulta pienamente curabile solo in una bassa percentuale di casi, ma molti cani riescono comunque a convivere con la malattia per anni e senza sintomi. Per la riuscita della terapia, è fondamentale inquadrare con gli esami di laboratorio a che classe di malattia (definita dalla gravità dei segni clinici) il cane appartiene. Solo così si può attuare la terapia più adeguata.
La prevenzione
Data la gravità della leishmaniosi e la complessità della terapia, la prevenzione rimane lo strumento più importante anche per diminuire la diffusione della malattia. Questa si basa principalmente sulla profilassi sul cane che mira a evitare i morsi dei pappataci, grazie a prodotti repellenti a base di piretroidi sintetici (deltametrina e permetrina) applicati attraverso collari, spray e fialette spot-on. Dal 2011 esiste anche un vaccino anti-leishmania che va però accuratamente valutato con il medico veterinario.
Foto della zanzara comune
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La filariosi cardiopolmonare
E’ una malattia parassitaria sostenuta dal parassita Dirofilaria immitis, un nematode (verme tondo) che allo stadio adulto vive nel cuore destro e nei vasi a esso connessi. La malattia è trasmessa da un animale all’altro attraverso la puntura della zanzara. Le filarie adulte presenti nel cuore e nei vasi cardiaci producono numerose larve (microfilarie) che entrano nella circolazione sanguigna dell’animale.Quando una zanzara punge il cane e ne succhia il sangue, assume anche le microfilarie; queste ultime crescono nell’organismo dell’insetto e migrano nel suo apparato boccale. Quando la zanzara punge un altro animale inocula le larve che crescono e raggiungono il cuore in circa tre mesi.
Qui divengono filarie adulte, si riproducono e depongono le microfilarie nel circolo sanguigno, ricominciando il ciclo. La filariosi è endemica nel Nord Italia, in particolare in Pianura Padana, ma i casi sono in aumento anche in Italia centrale e in Sardegna.
Lunghi parassiti a forma di vermi nel cuore
Sintomi, diagnosi e terapia
Lo sviluppo del parassita avviene nell’apparato cardiocircolatorio. La filaria adulta (che è un vero e proprio verme di dimensioni considerevoli: fino a 15 cm di lunghezza), si insedia nel cuore destro e nei vasi connessi potendo portare a insufficienza cardiaca, con intolleranza all’esercizio fisico, tosse secca, eventuale anemia.La diagnosi avviene tramite test rapidi su poche gocce di sangue in ambulatorio e, se necessario, approfondimenti tramite test di laboratorio (sempre su sangue), ed ecocardiografia. Esiste una terapia per la filariosi complessa e rischiosa che deve essere somministrata il più precocemente possibile.La fondamentale somministrazione dei farmaci di prevenzione deve essere effettuata in modo molto preciso una volta al mese (nel periodo che va da aprile a novembre compresi). Questi farmaci eliminano gli stadi larvali (microfilarie) del parassita, in modo che non possano giungere allo stadio di adulto. Esiste un’altra possibilità, attualmente molto apprezzata dai proprietari, che consiste nella somministrazione da parte del veterinario di un farmaco tramite iniezione sottocutanea: questa soluzione copre tutti i mesi di esposizione alla parassitosi.
La profilassi
I rischi della malattia e del suo trattamento si traducono nella necessità di attribuire alla profilassi un ruolo fondamentale. La prevenzione della filariosi cardiopolmonare prevede la somministrazione mensile di farmaci specifici (es. ivermectina, selamectina, milbemicina ossima, moxidectina), nel periodo che va da aprile a novembre, per bocca o spot-on (gocce da applicare sulla cute). In questo modo siamo in grado di proteggere l’animale dalla trasmissione del parassita.